Martedì 7 settembre, ore 18:30
Verso la specie
Compagnia Mòra
Coreografia: Claudia Castellucci
Musica: Stefano Bartolini
Danzatori: Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann
Direzione tecnica, luci: Eugenio Resta
Organizzazione: Camilla Rizzi
Direzione alla Produzione: Benedetta Briglia
Produzione: Socìetas
Il titolo contiene un proposito coreografico: Verso la specie! Ovvero rintracciare e riprodurre l’affiorare di immagini essenziali e generali, appena definite per essere distinte. I Danzatori assumono figure ritenute nel ricordo, o forme che si rifanno a una memoria genetica profonda, che soltanto la fisicità, con la sua specifica memoria, può estrarre. E tra la rappresentazione di una figura e l’altra esiste un passaggio in cui avviene una trasmutazione che qui viene trattata specialmente. Il tentativo è quello di abitare il tempo di passaggio tra un gesto e l’altro, per vivere completamente la durata di tutta la danza e non soltanto quella dei gesti in primo piano. Il tenore dell’intensità appare intatto lungo tutta la durata della danza, che tratta l’accadere reale del movimento.
La ricerca del ritmo attinge alla metrica della poesia greca arcaica, di cui si sono scelti alcuni piedi. Il versante animale del ritmo è invece ricavato dal movimento dei cavalli. La danza è una rivelazione della presenza individuale, la quale si staglia dal – e grazie al – movimento corale. La musica è l’origine propulsiva di questa danza, con una composizione cresciuta assieme al movimento, passo dopo passo.
MÒRA, compagnia di danza
‘Mòra’ è il nome della più piccola pausa, secondo la nomenclatura di Agostino, utile a distinguere due suoni, e dunque principio del ritmo, che è stato il principale asse di interesse per Claudia Castellucci, sia nella produzione drammatica, in seno alla Societas Raffaello Sanzio, da lei co-fondata assieme a Romeo Castellucci, Chiara Guidi e Paolo Guidi, sia nelle Scuole di movimento ritmico da lei create. Ed è proprio il contesto scolastico a determinare la nascita della Compagnia Mòra.
Il termine “scuola” descrive un modo particolare di studiare e di vivere, scelto e avvertito come ‘proprio’ da chi decida di partecipare. Il suo significato va distinto da quello corrente, perché la sua origine e il suo scopo sono il piacere della conoscenza del mondo, accompagnata dall’esercizio fisico, e non l’istruzione.
Dopo anni di scuola basata sul movimento ritmico e sulla riflessione teoretica Claudia Castellucci fonda nel 2009 Mòra, una compagnia di danza basata a Cesena, presso il Teatro Comandini, sede della Societas Raffaello Sanzio, in cui è integrata. La Compagnia Mòra realizza Homo Turbae, su musiche per organo di Olivier Messiaen e La seconda Neanderthal, su musiche di Scott Gibbons.
Questa esperienza però si conclude con una lunga parentesi di ritiro dalle scene che porta Claudia Castellucci a ‘ritornare’ a fare scuola, per approfondire una danza che consideri l’integrità del ritmo nelle sue componenti del battere e del levare, anche grazie all’impulso proveniente dalla concezione di ‘ritmo melodico’ teorizzata di Olivier Messiaen. Ha così origine la Scuola Mòra, (2015-2019), e quindi, di nuovo, la sua ricostituzione in Compagnia, con cui realizza il ballo Verso la specie, danza che prende a modello la metrica della poesia greca arcaica e il movimento dei cavalli; la meta-danza All’inizio della città di Roma, che tratta le prime transazioni sociali di un’umanità alle prese con la vita urbana di massa, e la danza Il trattamento delle onde, basata sul suono ‘spettrale’ delle campane, cioè prolungato in un tempo oltre misura. In ultimo, Fisica dell’aspra comunione, una danza costruita su Le Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen, che, in occasione della Biennale di Venezia 2020 vede l’esecuzione per pianoforte dal vivo ad opera di Matteo Ramon Arevalos. In questa occasione Claudia Castellucci ha ricevuto il riconoscimento del Leone d’Argento per la Sezione Danza della Biennale di Venezia diretta da Marie Chouinard.
Il carattere principale della Compagnia Mòra sta nel suo privilegiare la dimensione temporale della coreografia, che si riflette in una esatta sequela dello schema musicale. Tuttavia il rigore della corrispondenza tra atto e suono non si risolve in sincronia: la danza plasma il tempo con il ritmo, specialmente studiandone il suo lato più in ombra: la pausa e i passaggi tra le figure. Questo interesse determina uno sbilanciamento dell’interpretazione verso un atteggiamento ginnico, che chiama in causa la necessità di prendere decisioni momento dopo momento, in modo vero e attuale, in una flagranza che rende fisicamente vere le azioni artificiali. La delicatezza del rapporto tra questa fisica verità e la memoria artistica di un’interpretazione, costituisce tutta la semplice natura della coreografia che Mòra insegue. Salvo eccezioni, la musica è sempre interna al processo della coreografia di Claudia Castellucci.
Dal 2015 Claudia Castellucci trasmette la sua coreografia anche attraverso le “Esercitazioni Ritmiche” che sono frammenti di scuola che propone in tutto il mondo.
Nel 2019 pubblica i “Bollettini della danza” editi da Sete Edizioni, che raccolgono alcune riflessioni sul movimento ritmico e sulla danza ‘trapassante’, una danza completamente votata al passaggio tra una figura e quella successiva
Verso la specie
Compagnia Mòra
Coreografia: Claudia Castellucci
Musica: Stefano Bartolini
Danzatori: Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann
Direzione tecnica, luci: Eugenio Resta
Organizzazione: Camilla Rizzi
Direzione alla Produzione: Benedetta Briglia
Produzione: Socìetas
Il titolo contiene un proposito coreografico: Verso la specie! Ovvero rintracciare e riprodurre l’affiorare di immagini essenziali e generali, appena definite per essere distinte. I Danzatori assumono figure ritenute nel ricordo, o forme che si rifanno a una memoria genetica profonda, che soltanto la fisicità, con la sua specifica memoria, può estrarre. E tra la rappresentazione di una figura e l’altra esiste un passaggio in cui avviene una trasmutazione che qui viene trattata specialmente. Il tentativo è quello di abitare il tempo di passaggio tra un gesto e l’altro, per vivere completamente la durata di tutta la danza e non soltanto quella dei gesti in primo piano. Il tenore dell’intensità appare intatto lungo tutta la durata della danza, che tratta l’accadere reale del movimento.
La ricerca del ritmo attinge alla metrica della poesia greca arcaica, di cui si sono scelti alcuni piedi. Il versante animale del ritmo è invece ricavato dal movimento dei cavalli. La danza è una rivelazione della presenza individuale, la quale si staglia dal – e grazie al – movimento corale. La musica è l’origine propulsiva di questa danza, con una composizione cresciuta assieme al movimento, passo dopo passo.
MÒRA, compagnia di danza
‘Mòra’ è il nome della più piccola pausa, secondo la nomenclatura di Agostino, utile a distinguere due suoni, e dunque principio del ritmo, che è stato il principale asse di interesse per Claudia Castellucci, sia nella produzione drammatica, in seno alla Societas Raffaello Sanzio, da lei co-fondata assieme a Romeo Castellucci, Chiara Guidi e Paolo Guidi, sia nelle Scuole di movimento ritmico da lei create. Ed è proprio il contesto scolastico a determinare la nascita della Compagnia Mòra.
Il termine “scuola” descrive un modo particolare di studiare e di vivere, scelto e avvertito come ‘proprio’ da chi decida di partecipare. Il suo significato va distinto da quello corrente, perché la sua origine e il suo scopo sono il piacere della conoscenza del mondo, accompagnata dall’esercizio fisico, e non l’istruzione.
Dopo anni di scuola basata sul movimento ritmico e sulla riflessione teoretica Claudia Castellucci fonda nel 2009 Mòra, una compagnia di danza basata a Cesena, presso il Teatro Comandini, sede della Societas Raffaello Sanzio, in cui è integrata. La Compagnia Mòra realizza Homo Turbae, su musiche per organo di Olivier Messiaen e La seconda Neanderthal, su musiche di Scott Gibbons.
Questa esperienza però si conclude con una lunga parentesi di ritiro dalle scene che porta Claudia Castellucci a ‘ritornare’ a fare scuola, per approfondire una danza che consideri l’integrità del ritmo nelle sue componenti del battere e del levare, anche grazie all’impulso proveniente dalla concezione di ‘ritmo melodico’ teorizzata di Olivier Messiaen. Ha così origine la Scuola Mòra, (2015-2019), e quindi, di nuovo, la sua ricostituzione in Compagnia, con cui realizza il ballo Verso la specie, danza che prende a modello la metrica della poesia greca arcaica e il movimento dei cavalli; la meta-danza All’inizio della città di Roma, che tratta le prime transazioni sociali di un’umanità alle prese con la vita urbana di massa, e la danza Il trattamento delle onde, basata sul suono ‘spettrale’ delle campane, cioè prolungato in un tempo oltre misura. In ultimo, Fisica dell’aspra comunione, una danza costruita su Le Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen, che, in occasione della Biennale di Venezia 2020 vede l’esecuzione per pianoforte dal vivo ad opera di Matteo Ramon Arevalos. In questa occasione Claudia Castellucci ha ricevuto il riconoscimento del Leone d’Argento per la Sezione Danza della Biennale di Venezia diretta da Marie Chouinard.
Il carattere principale della Compagnia Mòra sta nel suo privilegiare la dimensione temporale della coreografia, che si riflette in una esatta sequela dello schema musicale. Tuttavia il rigore della corrispondenza tra atto e suono non si risolve in sincronia: la danza plasma il tempo con il ritmo, specialmente studiandone il suo lato più in ombra: la pausa e i passaggi tra le figure. Questo interesse determina uno sbilanciamento dell’interpretazione verso un atteggiamento ginnico, che chiama in causa la necessità di prendere decisioni momento dopo momento, in modo vero e attuale, in una flagranza che rende fisicamente vere le azioni artificiali. La delicatezza del rapporto tra questa fisica verità e la memoria artistica di un’interpretazione, costituisce tutta la semplice natura della coreografia che Mòra insegue. Salvo eccezioni, la musica è sempre interna al processo della coreografia di Claudia Castellucci.
Dal 2015 Claudia Castellucci trasmette la sua coreografia anche attraverso le “Esercitazioni Ritmiche” che sono frammenti di scuola che propone in tutto il mondo.
Nel 2019 pubblica i “Bollettini della danza” editi da Sete Edizioni, che raccolgono alcune riflessioni sul movimento ritmico e sulla danza ‘trapassante’, una danza completamente votata al passaggio tra una figura e quella successiva