Domenica 12 settembre, ore 21:30
Quel che resta - Studio
Simona Bertozzi
Concept e coreografia: Simona Bertozzi
Danza: Marta Ciappina, Simona Bertozzi
Musica: I. Stravinsky, AA VV.
Soundscape: Roberto Passuti
Light design: Giuseppe Filipponio
Organizzazione: Monica Aranzi, Chiara Boscariol
Stampa: Michele Pascarella
Foto e video: Luca Del Pia
Produzione Nexus 2021
Con il contributo di: Mic, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna
Con il sostegno di: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze
Residenze creative nell’ambito di Residenze per artisti nei Territori a cura di Masque teatro, Artists in ResidenSì Bologna, in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
Trouver n’est pas inventer.
Il s’agit moins d’une volonté que d’un désir,
moins d’une intention que d’une attention, moins d’un savoir que d’un art. J.L Nancy
Quel che resta si comporta come un organismo vivente. È un evento in continua mutazione, un moltiplicatore di vettori e prospettive, una condizione del respiro e di flessioni anatomiche.
Attraversando la dimensione dialogica del duetto, quel che resta si fa territorio. E’ l’orizzonte visionario che dispiega e moltiplica le nostre presenze, mia e di Marta, per immaginare altri abitanti, per far riverberare temperature e provenienze, laddove il movimento si fa più denso e concitato, oppure si sfilaccia e evapora.
E’ l’interrogazione condivisa dai due corpi in dialogo e sulla quale innestano mappature dello spazio e accordi multiformi di ingresso nella danza, cercando ogni volta delle inattese capacità di adattamento. Dei modi inediti dello stare.
Per ritrovarci immerse, quasi nostro malgrado, in istanti unici e atteggiamenti di continua affezione e irresistibile risonanza. Per necessità di rinnovarci lo stupore.
Quel che resta ha assunto la pregnanza tattile dello spazio tra i corpi o del tocco senza peso: estende un vocabolario di attese e ripartenze, di geometrie reiterate, di figurine, ghiaccio, resistenza e pelli, di pupille e sguardi e di ritornelli…
Simona Bertozzi
Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, vive a Bologna, dove si laurea al Dams. Dopo studi di ginnastica artistica e danza classica, approfondisce la sua formazione in danza contemporanea tra Italia, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Danza, tra gli altri, per Tòmas Aragay (cia Societat Doctor Alonso) e Virgilio Sieni.
Dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca coreografica e nel 2008 costituisce la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus.
Nei suoi lavori il linguaggio del corpo risente della compenetrazione di pratiche, pensieri e discipline che fanno dell’atto creativo un sistema multiforme e volto a misurarsi con la contemporaneità.
Negli anni i suoi progetti hanno ottenuto sostegni e ospitalità da parte di importanti circuiti regionali, italiani ed europei, mediante coproduzioni e residenze coreografiche.
Tra i progetti più recenti emergono: il Prometeo, composto da sei episodi coreografici tra cui And it burns, burns, burns finalista ai Premi UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza, Anatomia creato con Francesco Giomi (Tempo Reale Firenze) e Enrico Pitozzi (Università di Bologna), Joie de Vivre coprodotto da ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena e Nexus, in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto.
Nel 2020 esordisce Tra le linee spettacolo co-prodotto da Torinodanza, MilanOltre, Nexus e Est Ovest Festival.
Dal 2014 il percorso di creazione si è rivolto anche a giovani interpreti, coinvolgendo bambini e adolescenti.
Parallelamente all’attività di creazione, si occupa anche di percorsi di alta formazione e collabora con ricercatori e studiosi di arti performative.
Nel 2019 vince il Premio Hystrio Corpo a Corpo e il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro) per il percorso artistico e di ricerca segnato dal rigore e dalla radicalità.
Quel che resta - Studio
Simona Bertozzi
Concept e coreografia: Simona Bertozzi
Danza: Marta Ciappina, Simona Bertozzi
Musica: I. Stravinsky, AA VV.
Soundscape: Roberto Passuti
Light design: Giuseppe Filipponio
Organizzazione: Monica Aranzi, Chiara Boscariol
Stampa: Michele Pascarella
Foto e video: Luca Del Pia
Produzione Nexus 2021
Con il contributo di: Mic, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna
Con il sostegno di: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze
Residenze creative nell’ambito di Residenze per artisti nei Territori a cura di Masque teatro, Artists in ResidenSì Bologna, in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
Trouver n’est pas inventer.
Il s’agit moins d’une volonté que d’un désir,
moins d’une intention que d’une attention, moins d’un savoir que d’un art. J.L Nancy
Quel che resta si comporta come un organismo vivente. È un evento in continua mutazione, un moltiplicatore di vettori e prospettive, una condizione del respiro e di flessioni anatomiche.
Attraversando la dimensione dialogica del duetto, quel che resta si fa territorio. E’ l’orizzonte visionario che dispiega e moltiplica le nostre presenze, mia e di Marta, per immaginare altri abitanti, per far riverberare temperature e provenienze, laddove il movimento si fa più denso e concitato, oppure si sfilaccia e evapora.
E’ l’interrogazione condivisa dai due corpi in dialogo e sulla quale innestano mappature dello spazio e accordi multiformi di ingresso nella danza, cercando ogni volta delle inattese capacità di adattamento. Dei modi inediti dello stare.
Per ritrovarci immerse, quasi nostro malgrado, in istanti unici e atteggiamenti di continua affezione e irresistibile risonanza. Per necessità di rinnovarci lo stupore.
Quel che resta ha assunto la pregnanza tattile dello spazio tra i corpi o del tocco senza peso: estende un vocabolario di attese e ripartenze, di geometrie reiterate, di figurine, ghiaccio, resistenza e pelli, di pupille e sguardi e di ritornelli…
Simona Bertozzi
Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, vive a Bologna, dove si laurea al Dams. Dopo studi di ginnastica artistica e danza classica, approfondisce la sua formazione in danza contemporanea tra Italia, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Danza, tra gli altri, per Tòmas Aragay (cia Societat Doctor Alonso) e Virgilio Sieni.
Dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca coreografica e nel 2008 costituisce la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus.
Nei suoi lavori il linguaggio del corpo risente della compenetrazione di pratiche, pensieri e discipline che fanno dell’atto creativo un sistema multiforme e volto a misurarsi con la contemporaneità.
Negli anni i suoi progetti hanno ottenuto sostegni e ospitalità da parte di importanti circuiti regionali, italiani ed europei, mediante coproduzioni e residenze coreografiche.
Tra i progetti più recenti emergono: il Prometeo, composto da sei episodi coreografici tra cui And it burns, burns, burns finalista ai Premi UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza, Anatomia creato con Francesco Giomi (Tempo Reale Firenze) e Enrico Pitozzi (Università di Bologna), Joie de Vivre coprodotto da ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena e Nexus, in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto.
Nel 2020 esordisce Tra le linee spettacolo co-prodotto da Torinodanza, MilanOltre, Nexus e Est Ovest Festival.
Dal 2014 il percorso di creazione si è rivolto anche a giovani interpreti, coinvolgendo bambini e adolescenti.
Parallelamente all’attività di creazione, si occupa anche di percorsi di alta formazione e collabora con ricercatori e studiosi di arti performative.
Nel 2019 vince il Premio Hystrio Corpo a Corpo e il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro) per il percorso artistico e di ricerca segnato dal rigore e dalla radicalità.