MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME
di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via
scene e costumi Diego e Marta Dalla Via
partitura fisica Annalisa Ferlini
datore audio e luci Roberto Di Fresco
assistente di produzione Veronica Schiavone
La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi.
C’è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese.
Il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di crepacuore. Era il nostro piano perfetto. Poi è arrivata la crisi, a rovesciarci addosso lo specchio del nostro benessere. Alimentazione, sport, lavoro, affetti, infine la morte, tutto risponde ad un’oscillazione bipolare tra frenesia e stanchezza.
Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto.
Quanto dura un’epoca ai tempi della polenta istantanea? Un anno, un mese, forse meno. Quella che raccontiamo dura 24 ore ed è fatta di euforia e depressione, di business class e low cost, di obesi e denutriti, nello stesso corpo. I protagonisti sono simbolo di una popolazione intera che soffre di ansia da prestazione. Il benessere li condanna alla competizione ma il traguardo gli viene sottratto. Il traguardo è diventato una barriera. Generazionale. Sociale. Culturale. Per costruire un futuro all’altezza di questo nome bisognerebbe vomitare il proprio passato.
Siamo nati per riscrivere le nostre ultime volontà.
Con ironia raggelante e a tratti con punte di cinismo il lavoro affronta la tragica questione del suicidio, come scelta estrema compiuta da innumerevoli imprenditori colpiti da crisi economica. Raccontando la storia di una ricca famiglia del nord est italiano si traccia una sorta di cupa parabola sul conflitto generazionale. Due fratelli – che sono fratelli anche nella vita, Marta e Diego Dalla Via – architettano l’omicidio dei genitori. Ma “uccidere i propri padri” sembra un atto impossibile dal momento che questi hanno deciso di farla finita, lasciando in eredità assenza di futuro e consumo del passato. Con uso intelligente dell’italiano regionale i due attori riescono a dar profondità e leggerezza a una vicenda estrema, ma allo stesso esemplare, in cui il senso di colpa tra le generazioni pare innescare un processo autodistruttivo che lascia poche vie di fuga.
(Spettacolo vincitore Premio Scenario 2013 - Motivazione della Giuria)
MARTA DALLA VIA è attrice. Da qualche anno ha scoperto il piacere di essere anche autrice dei suoi lavori. Scrive e mette in scena Veneti fair con la regia di Angela Malfitano che debutta al Napoli Fringe Festival 2010. È tra i sei giovani autori scelti dal drammaturgo Stefano Massini per il percorso Urgenze presso lo spazio IDRA (Indipendent Drama) di Brescia, dove vince con il testo Interpretazione dei sogni.
Insieme al fratello DIEGO DALLA VIA scrive Piccolo Mondo Alpino progetto vincitore del Premio Kantor, spettacolo prodotto dal CRT di Milano e vincitore del premio speciale della giuria nel concorso drammaturgico CTAS Oltrelaparola 2011.
La loro collaborazione da casuale e affettiva diventa effettiva e voluta: nascono i Fratelli Dalla Via, un’impresa famigliare che costruisce storie. Mio figlio era come un padre per me è il loro nuovo progetto totalmente pensato con mani e cervelli raddoppiati.
********************************************************************************************************************************************************************************************************
Selezione di ascolti a cura di:
Galaverna è una piattaforma italiana dedicata alle produzioni di sound-art e multimedia; opera nei settori della musica elettroacustica e sperimentale con particolare riferimento all’estetica di landscape e soundscape. Galaverna è label sorella di Laverna, netlabel che opera attraverso licenze Creative Commons attiva dagli anni 90 nella creazione di produzioni multimediali e di live performance che combinano musica, visual e parola. Galaverna è curata da Enrico Coniglio e Leandro Pisano.
di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via
scene e costumi Diego e Marta Dalla Via
partitura fisica Annalisa Ferlini
datore audio e luci Roberto Di Fresco
assistente di produzione Veronica Schiavone
La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi.
C’è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese.
Il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di crepacuore. Era il nostro piano perfetto. Poi è arrivata la crisi, a rovesciarci addosso lo specchio del nostro benessere. Alimentazione, sport, lavoro, affetti, infine la morte, tutto risponde ad un’oscillazione bipolare tra frenesia e stanchezza.
Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto.
Quanto dura un’epoca ai tempi della polenta istantanea? Un anno, un mese, forse meno. Quella che raccontiamo dura 24 ore ed è fatta di euforia e depressione, di business class e low cost, di obesi e denutriti, nello stesso corpo. I protagonisti sono simbolo di una popolazione intera che soffre di ansia da prestazione. Il benessere li condanna alla competizione ma il traguardo gli viene sottratto. Il traguardo è diventato una barriera. Generazionale. Sociale. Culturale. Per costruire un futuro all’altezza di questo nome bisognerebbe vomitare il proprio passato.
Siamo nati per riscrivere le nostre ultime volontà.
Con ironia raggelante e a tratti con punte di cinismo il lavoro affronta la tragica questione del suicidio, come scelta estrema compiuta da innumerevoli imprenditori colpiti da crisi economica. Raccontando la storia di una ricca famiglia del nord est italiano si traccia una sorta di cupa parabola sul conflitto generazionale. Due fratelli – che sono fratelli anche nella vita, Marta e Diego Dalla Via – architettano l’omicidio dei genitori. Ma “uccidere i propri padri” sembra un atto impossibile dal momento che questi hanno deciso di farla finita, lasciando in eredità assenza di futuro e consumo del passato. Con uso intelligente dell’italiano regionale i due attori riescono a dar profondità e leggerezza a una vicenda estrema, ma allo stesso esemplare, in cui il senso di colpa tra le generazioni pare innescare un processo autodistruttivo che lascia poche vie di fuga.
(Spettacolo vincitore Premio Scenario 2013 - Motivazione della Giuria)
MARTA DALLA VIA è attrice. Da qualche anno ha scoperto il piacere di essere anche autrice dei suoi lavori. Scrive e mette in scena Veneti fair con la regia di Angela Malfitano che debutta al Napoli Fringe Festival 2010. È tra i sei giovani autori scelti dal drammaturgo Stefano Massini per il percorso Urgenze presso lo spazio IDRA (Indipendent Drama) di Brescia, dove vince con il testo Interpretazione dei sogni.
Insieme al fratello DIEGO DALLA VIA scrive Piccolo Mondo Alpino progetto vincitore del Premio Kantor, spettacolo prodotto dal CRT di Milano e vincitore del premio speciale della giuria nel concorso drammaturgico CTAS Oltrelaparola 2011.
La loro collaborazione da casuale e affettiva diventa effettiva e voluta: nascono i Fratelli Dalla Via, un’impresa famigliare che costruisce storie. Mio figlio era come un padre per me è il loro nuovo progetto totalmente pensato con mani e cervelli raddoppiati.
********************************************************************************************************************************************************************************************************
Selezione di ascolti a cura di:
Galaverna è una piattaforma italiana dedicata alle produzioni di sound-art e multimedia; opera nei settori della musica elettroacustica e sperimentale con particolare riferimento all’estetica di landscape e soundscape. Galaverna è label sorella di Laverna, netlabel che opera attraverso licenze Creative Commons attiva dagli anni 90 nella creazione di produzioni multimediali e di live performance che combinano musica, visual e parola. Galaverna è curata da Enrico Coniglio e Leandro Pisano.